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VERDI L'ITALIANO, IL METAFESTIVAL DAL 28 MAGGIO 2015 NEI LUOGHI APERTI AL MONDO DEL TOURING CLUB ITALIANO

 

Parte da Milano, in occasione di Expo, il primo metafestival mai realizzato. Un esperimento di aggregazione e di richiamo turistico, attraverso lo spettacolo dal vivo, che “sfrutterà” l'enorme giacimento di bellezza del nostro Paese.

Sarà Giuseppe Verdi, la sua arte e la sua vita, ad essere “testimonial” del primo tentativo di realizzazione di un metafestival. Ancora una volta sarà lui, così attento al moderno, ad aprire la strada al nuovo.

In tutte le capitali della cultura, crocevia di turismo, luoghi di villeggiatura, sono innumerevoli le iniziative che promuovono i propri eventi con la cosiddetta “comunicazione di prossimità”. Il metafestival nasce da subito con una prospettiva glocal – dice Paco Simone, tra gli ideatori della novità - e impiega le tecnologie digitali per informare possibili spettatori aggregati per interessi comuni in cerchi sempre più allargati: dagli abitanti del quartiere dove si programma l'evento, al turista d'oltre oceano, tutti raggiunti attraverso il web e il digitale, su pc, smartphone e smart tv.

Verdi l'italiano è un “metafestival”, una rassegna che andrà componendosi “on demand” via via nel tempo secondo la volontà, le richieste, il desiderio di partecipazione, di viaggiatori curiosi che sempre più ricercano esperienze autentiche e legate ai luoghi che visitano. Saranno loro a scegliere a quali spettacoli dare vita acquistando “quote” di produzione di ogni singolo spettacolo secondo la modalità sempre più diffusa del crowdfunding (il finanziamento collettivo di idee). Al raggiungimento del quorum richiesto per quella particolare manifestazione, lo spettacolo andrà in scena. Altrimenti rimarrà “nel cassetto” in attesa di essere rappresentato. In questo modo la tradizione delle associazioni culturali e il mondo che viaggia e si evolve sul web si integrano.

Per realizzare questo, Verdi l'italiano ha scelto la piattaforma www.scenariolive.it. Dal 18 maggio alle ore 16, si potrà aderire a tutti gli spettacoli programmati o addirittura concorrere a crearne di nuovi.

Il metafestival infatti mira a coniugare abitudini sempre più diffuse sul web - come la partecipazione ad eventi di aggregazione nati sui social o la compartecipazione alla “produzione” di beni, servizi e donazioni attraverso il crowdfunding – con l'esigenza di aprire ad un pubblico più vasto, ma consapevole, alcuni luoghi di straordinaria suggestione – per storia, bellezza architettonica, valore artistico – che oggi non sono ancora compiutamente valorizzati.

La musica di Verdi sarà affidata ai giovani dell'Academia dei Talenti delle Terre Verdiane: un nutrito gruppo di giovani italiani o che in Italia si sono formati, che si ritrovano nel Collegio dei Nobili di Fontevivo, Parma. Gli spettacoli della durata di circa un'ora, di parole e musica con testi originali o tratti dall'epistolario del Maestro.

Il metafestival è profondamente sovversivo – dice Giancarlo Liuzzi direttore artistico della rassegna e ideatore del progetto con Paco Simone esperto di strategie innovative e Laura Marchese artefice di progetti di comunicazione di grande successo – è il pubblico vasto, non di soli appassionati cioè, raggiunto attraverso i social ed il web a decidere ogni cosa: il pubblico è direttore artistico e produttore. Sceglie cosa, dove e – di fatto – anche con quali artisti. Visto che lo spettacolo va in scena solo se i costi di produzione sono coperti dagli spettatori, ogni investimento economico si sposta dalla produzione degli eventi culturali dal vivo, alla promozione dei luoghi che ospitano. Oggi si creano “Grandi Eventi” che hanno bisogno di contenitori nuovi - arene, palcoscenici, tensostrutture - con ingenti spese di allestimento e la speranza che il richiamo degli eventi attiri turisti. Non solo non ci sono più le risorse per continuare la politica dei “Grandi Eventi”, che solo in alcuni casi ha funzionato in Italia, ma sono anche cambiati i costumi e i desideri del pubblico.

Con il metafestival la cultura “dal vivo” è completamente, e, fuor di metafora, a servizio della valorizzazione turistica. Il metafestival è, innanzitutto, un nuovo media di promozione dei luoghi della bellezza, dell'Italia, dedicato a viaggiatori attenti e curiosi.

Sono proprio questi viaggiatori a costituire una grande parte del cosiddetto “nuovo turismo”, persone che amano informarsi sul web, prenotare stanze o alloggi, ristoranti ed eventi di vario genere con grande consapevolezza e quasi sempre fuori dalle rotte del turismo organizzato – dice il Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – e il metafestival è un progetto che abbiamo voluto promuovere perché ci darà molte risposte sul mutamento dei costumi dei turisti. Sembra proprio che i nuovi turisti assomiglino sempre più a quelli che poterono conoscere i pionieri del Touring, quelli che con il “Gran Tour” attraversavano l'Italia per compiere un viaggio di formazione. Sarebbe un ottimo segnale se fosse confermato: questo è il tipo di turista che fa bene all'Italia perché ne ama gli aspetti più autentici, la rispetta e ci aiuta a sfuggire alla omologazione e all'appiattimento che, inevitabilmente, una certa globalizzazione porta con sé.

Dal 14 maggio, e per un periodo di due anni, verranno presentati al pubblico, individuato secondo alcuni parametri decisi a monte, una serie di brevi spettacoli di facile fruizione, ma con solidissime basi culturali - dice Laura Marchese, partner del progetto e ideatrice di campagne di comunicazione di grande impatto - perché l'alchimia funzioni, perché lasci un ricordo emozionante, perché produca una eco positiva, di bocca in bocca, è necessario che gli spettacoli siano, come i prodotti della terra per cui siamo giustamente apprezzati nel mondo, generati dagli stessi luoghi che li ospitano. Come a dire: figli del genius loci. Con Verdi e Milano, anzi con Verdi e l'Italia, tutto è autentico; l'autenticità è la nuova frontiera della comunicazione e non solo.

I primi spettacoli proposti al pubblico

Partirò domani

Salone delle Conferenze del Touring Club Italiano

Giovedì 14, ore 18.30

Dal Requiem a Verdi

Chiesa di Sant'Antonio Abate

(ogni ultimo giovedì del mese)

giovedì 28 maggio, 25 giugno, 30 luglio, 27 agosto, 24 settembre, 29 ottobre, ore 20.

Viva VERDI

Salone delle Conferenze del Touring Club Italiano

Giovedì 18 giugno, 2 luglio, 3 settembre, 1 ottobre, ore 18.30

Verdi e la Pietas

Chiesa di san Maurizio al Monastero Maggiore

Giuvedì 18 giugno ore 20

Giovedì 16 luglio, 20 agosto, 17 settembre, 22 ottobre, ore 18.30

L'Associazione Verdi l'italiano

Fare musica è bellissimo, farla insieme è ancora più bello. Non importa che tu sia musicista o spettatore: nell'associazione siamo tutti protagonisti. Il piacere di assistere ad un concerto che abbiamo voluto si realizzasse o il piacere di suonare, o cantare, o recitare proprio per chi ha la stessa passione e uno spirito curioso sono il nostro unico legame. Ecco a cosa serve l'Associazione Verdi l'italiano: mettere insieme passioni in comune e far dialogare tra loro appassionati di tutto il mondo, da tutto il mondo. L'Associazione Verdi l'italiano nasce da un progetto di Fucina Italia Associazione e Associazione ARPANet per la cultura.

L'illustrazione di Verdi è stata realizzata per l'associazione da Antonio Borsetto

I programmi musicali – Verdi l'italiano

Verdi Liszt

Le parafrasi per pianoforte di Liszt da Giuseppe Verdi

Pianista Andrea Cantù

“...melodie italiane di questo genere non devono essere suonate come un notturno di Chopin; suonale in un modo più ampio e tronfio, come se tu le immaginassi cantate dal vanaglorioso tenore italiano…” diceva Franz Liszt.

Ecco l’esecuzione delle parafrasi di Liszt da Giuseppe Verdi.

Sentiremo come la musica de I Lombardi, dell'Ernani, del Don Carlos, del Trovatore, Rigoletto e di Aida abbia saputo ispirare Franz Liszt - che con Paganini creò un nuovo modo di essere artista e di imporsi al pubblico - fino alla reinvenzione.

Verdi a quattro mani

Trascrizioni e parafrasi d'epoca

Duo pianistico Angela e Nicoletta Feola

Grazie all'enorme successo popolare che ebbe il melodramma, nacque la tradizione di ridurre le arie più conosciute ed amate dal pubblico per organici ridotti. L’entusiasmo per le opere di Giuseppe Verdi fu talmente forte, da incentivare moltissimi musicisti a comporre fantasie, pot-pourri, divertimenti sui temi delle arie più celebri e amate per pianoforte - strumento di “conversazione” per eccellenza - ed in particolare per pianoforte a quattro mani. Una parte importante del repertorio per questa formazione dell’800 è infatti costituita da brani di questo genere; curiosità o virtuosismo: brani adatti ora a musicisti di professione, ora a dilettanti ben formati.

Io, Giuseppina

Testo di Anna Maria Bernardini de Pace

Voce narrante e soprano Vittoria Lai

Pianoforte Elena Rizzo

Vita e arte: quale intreccio tra i personaggi delle opere del Maestro e le figure cardine della sua vita! Ecco, a fianco a Violetta, Gilda, Leonora, Aida, Desdemona – la figure senza la quale, probabilmente, Verdi non sarebbe stato il grande che conosciamo - Giuseppina Strepponi, diva del palcoscenico e “manager”, oltre che compagna quasi coraggiosa e paziente del Maestro. Una “Eroina Verdiana” tutta da scoprire.

Partirò domani

Verdi a San Pietroburgo

Arie da La forza del destino, musiche e arie da camera di Glinka, Rubinstein, Varlamov, Dargomijski

Testo di Giuseppe Martini

Voce narrante Luca Nucera

Soprano Olga Balashova

Pianoforte Milo Martani

“Partirò domani e sarò a Pietroburgo cinque o sei giorni dopo questa lettera”, scriveva Verdi al tenore Tamberlik, suo tramite con la direzione del Teatro Imperiale della grande capitale.

Due volte da Parigi a San Pietroburgo: furono questi i viaggi più lunghi nella vita del compositore. “Partirò domani e sarò a Pietroburgo”. Sfidando il freddo che lo terrorizzava, Verdi accettò l’offerta del Teatro Imperiale di San Pietroburgo per allestire un’opera nuova.

Ma quali musiche risuonavano nelle sale di quel teatro, quali romanze nei ristoranti alla moda della magnifica città? Sentiremo quello che, con ogni probabilità, avrà udito il Maestro nei suoi soggiorni

Parigi, o cara

Il Verdi delle versioni francesi

Testo di Vincenzo Raffaele Segreto

Voce narrante Veronica Ambrosini

Soprano Benedetta Bagnara Franceschini

Pianista Federico Nicoletta

Se l'Italia era la culla dell'opera, la Francia, e Parigi in particolare, era l'Operà!

Un centro di gravità dalla straordinaria capacità attrattiva per tutta la vicenda artistica – e non solo – del Maestro. Se la Scala dava la popolarità, infatti, bisognava essere conosciuti, apprezzati, acclamati a Parigi per vivere il trionfo e divenire così artisti di fama mondiale

Un breve testo guida si intreccia con brani celebri tratti da Don Carlos e Les vepres siciliennes - opere nate in francese per il pubblico di Parigi - e altri brani tratti da titoli meno noti al grande pubblico come Jérusalem e Le trouvère

Verdi e la Pietas

Testo narrato di e da Andrea Scarduelli

Trascrizioni e parafrasi realizzate da Stefano Franceschini da

. Quattro pezzi sacri/ dal Finale

. Messa da Requiem/Te deum

. Otello – Ave Maria/Preghiera di Desdemona

. La forza del destino/La Vergine degli angeli

Soprano Francesca Martini

Flauto/Ocarina Emiliano Bernagozzi

Quel Giuseppe Verdi, che in una famosa lettera all’editore Ricordi si definiva “un po’ ateo”, è lo stesso la cui “passione etica” con una particolare connotazione religiosa appare continua in tutta la sua produzione. Verdi, il quasi ateo, è capace di toccare tutte le note della religiosità: nelle preghiere che ascoltiamo ne La forza del destino (La vergine degli angeli) e nell’ Otello (Ave Maria) per non parlare dei Pezzi Sacri in cui raggiunge il sublime. E cosa è il Requiem se non “un grande appello all’eterno Padre” (Benedetto XVI)

Musiche che sono preghiera eseguite tra gli scranni del coro della magnifica Chiesa di San Martino, li dove si sedevano in raccoglimento le suore del vicino monastero.

Verdi mio Padre

La Traviata e le altre eroine verdiane

Lettere di Giuseppe Verdi

Voce narrante Savino Paparella

Soprano Tania Bussi

Baritono Riccardo Certi

Pianoforte Milo Martani

Una “conversazione” salottiera. Il Baritono, il Padre: voce e personaggio si fondono indissolubilmente nella produzione del grande compositore; proprio a lui, Verdi affida le emozioni e le passioni più diverse. Ecco un concerto nato per offrire al pubblico le più emozionanti arie tratte da Otello, Luisa Miller, I due Foscari, Il trovatore, Macbeth e soprattutto da La traviata; tra quelle cioè che più hanno contribuito nel tempo a creare il mito del baritono verdiano, con quella ricca galleria di padri, re, dogi, tiranni, dalle mille sfaccettature e psicologiche, che Verdi mise mirabilmente in musica. Con la musica, anche lettere del Maestro, sempre in grado di illuminare aspetti anche meno noti del suo universo - il rapporto con il suo secondo padre Barezzi

Dal Requiem a Verdi

Trascrizione da camera della Messa da Requiem

Soprano Maria Teresa Leva/Paola Santucci

Mezzosoprano Alice Marini/Irene Molinari

Tenore Oreste Cosimo

Basso Gianluca Lentini

Pianoforte Milo Martani e Federico Nicoletta

Trascrizione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi per pianoforte a quattro mani e solisti di Milo Martani

La musica di Verdi sulla pianola dell'ambulante, sull'organetto meccanico per le strade di Milano, fischiettata dal panettiere e cantata dall'arrotino è un'immagine che sembra leggenda ma è stata effettivamente realtà. Trascrivere fin da subito i suoi capolavori per i più svariati strumenti, significò anticipare quello che avrebbero fatto alcuni decenni dopo i dischi. E così anche "ricomporre" una partitura sublime come la Messa da Requiem, affidandola al pianoforte a quattromani, non solo significa compiere a ritroso quel percorso che permise a Verdi di diventare compositore universale, ma anche di presentare questo capolavoro in una misura intima e sorprendente.

Viva VERDI

Da una lettera sulle barricate

Testo scritto e letto di e da Antonio ScuratiCori tratti da Nabucco, Macbeth, I Lombardi alla prima Crociata, Ernani La battaglia di Legnano.

Armonizzazioni Giovanni Veneri

Coro ANA di Milano

Maestro del Coro Massimo Marchesotti

Una lettera di Verdi a Francesco Maria Piave è il pretesto per indagare il rapporto profondo tra il Maestro, il ruolo della sua musica, ed il risorgimento italiano; un rapporto che va ben aldilà del ruolo politico o addirittura propagandistico che Verdi volle (se mai lo volle) dare ai suoi lavori. Se sull’impegno del Verdi uomo nei moti risorgimentali e più in generale sulla sua concreta adesione alla liberazione dai “tedeschi” è stato dibattuto molto, mai è stata messa in discussione la forza che la sua arte ebbe e quanto pervase i cuori dei patrioti. La popolarità ed il significato che la cronaca, immediatamente, e poi la storia ha voluto dare alla musica di Verdi, ai suoi Cori in particolare, sono fuori discussione.

Ma come è stato possibile; cosa permise all’arte di Verdi di superare, forse, le stesse intenzioni dell’autore? Ce lo dirà proprio Francesco Maria Piave, librettista, amico e "guardia civile” nei moti della Repubblica di Venezia. Chi più e meglio di di lui?